martedì 14 novembre 2006

Hit the road Jack...




...Canticchio la canzone che come saprete continua con "...and don't you come back no more no more no more.." e con l' occasione di un piovoso Martedi' vi saluto da un book store multipolifunzionale di Manhattan.
Il mio affittuario panciuto e portoricano si e' dimenticato di pagare la bolletta e cosi' a casa sono temporaneamente cut off, tagliato fuori.
E' passato un po'dall' ultima mail, ma recupero oggi mandandovi gli appunti del notes che ieri si e' andato ingrassando nell' attesa di un treno che non arrivava mai....
Prima pero' volevo dirvi quanto sono contento di scrivervi, perche' per il mio spiccato edonismo e per l' esigenza dell'esule, specchiarmi in quello che scrivo e al contempo a pezzi a tranci, in pacchi da 10 o come viene , questa e' una possibilita' che non mi piace saper sprecata per mantenere un contatto con voi , puro e semplice contatto umano.
Vi lascio dunque alle mie riflessioni piovose di ieri di oggi e spero non di domani, lette un po' in fondo a me e un po' in fondo agl'occhi di altri Newyorkesi li' intorno.

E' iniziata la brutta stagione anche a New York.
Vento freddo come una Bora, fischia fra grattacieli e palazzi, alza le code dei cappotti signorili e spinge su stupidi piumini multicolore, un po' zozzi un po' logori; si cala nei tombini.
E' un vento stretto che ti sbatte i capelli quando aspetti un treno; frizza gli occhi, c'ha del sale, viene dal mare.
E' la stagione del gran lavoro del gran daffare, bruttina a vedersi ,magari intensa, ma bruttina a vedersi.
Continui ad affannarti in quelle rosee prospettive, ma le citta' e iloro rumori e la loro vita ti dicono picche.
Lavori sodo, la scuola, i corsi, e non ti iberi delle scadenze.
Un giorno la compagnia ti taglia il telefono, il giorno dopo muore il gatto del tuo amico, e quello dopo ancora e' domenica, piove col vento e ti chiedi cosa farai adesso dei biglietti per la partita.
Le elezioni, esplosioni chimiche a cielo aperto, la guerra lontana, esplosioni atomiche sotterranee, il degrado del mio quartiere, aerei che continuano a cadere per un motivo o per un'altro sempre nei soliti angoli di mondo.
E cosa va a migliorare ? La BORSA!
Un santone afro urla forte da un palco con una stella di Davide.Parla ddi terra promessa, della beatitudine dei bianchi, dei loro giorni d'indipendenza e dei neri e dei loro giorni del cotone.
Parla forte da far paura, e forse la fa davvero perche' chi gli passa davanti non si gira neanche.Davanti a lui una strada a sei corsie, dietro uno spiazzo di un centro commerciale; e' girato dalla parte sbagliata della platea, evidentemente cerca di raraggiungere tutte quelle macchine.
Le macchine , veramente opulente, dove sono seduti comodi i suoi fratelli neri a smentirlo.
I tempi sono cambiati parecchio negl'ultimi 100 anni in america.
Lo sfruttato non si lamenta di certo oggiggiorno.
Ha famiglia e figli grassi, farebbe invidia al ricco di allora.
Sono giorni strani a New York e il cielo urla di grigio, ma di un grigio...
POi penso alle vostre case, lontane piu' di un oceano da questa pensilina: ci vorrebbe una traversata , ma mi accontento di una immaginata. Alzo il volume di una bella canzone esono li' con voi, triste li' con voi felice li' con voi.
Non e' semplice stare qua.
Vedi Basquiat il tossico in ogni graffito, Kate hearing malato dai suoi altri, un barbone mangia un muffin nel retro di un gran museo, strappa la cartina in tanti coriandoli tutti briciolosi e li semina in un pratino come se aspettasse di veder crescere muffin a primavera.
Lo stile in giro e' quello da importazione incontrollata, l'arte e' cattiva o e' rubata o comprata, la ricchezza e' sfrenata, la poverta' supera lo zero con debiti enormi.
Cammini nel parco alla mattina e raccogli dadi,pezzi del domino, carte da gioco.
Leggo il mio oroscopo o la mia giornata in quelle passeggiate mattuttine con Lohan; trovo una carta rovesciata, mi fo una domanda e lascio che mi risponda girandola.
Ma sono l'unico a fare cosi', gli altri le lanciano a terra dopo una notte di gioco dove avranno perso probabilmente molto di quel poco che avevano, senza interesse per quello che sara' di loro.
Passano sei poliziotti in fila per due.
Sembrano turisti appena usciti da un ristorantino o da un pub; e' la pattuglia tipo del Bronx, tutti bianchi.
Giorni un po' tristi per New York e per un America un po' troppo insanguinata.
Giorni tristi , ma non troppo per me , che tutto e' nuovo che il mio cane sta imparando a farla con la gamba alzata, che forse ho trovato un altro bel posto dove vivere, che prima o poi trovero' anche un lavoro, che non mi arrendo.

Cosi' si conclude quello che mi passava ieri per la testa, spero non vi sia dispiaciuto dividerlo con me.
Vi auguro ogni bene dunque e , che siate nelle piu' tormentose delle condizioni o nella noia piu' totale, nella smania di finire 'sta mail o nella calma filosofica di capirla, nella foga o nella piatta,ogni mio mio pensiero viene a voi in contro da questi strani posti che ancora per lunghe settimane e mesi forse mi avranno ospite come ospite per lunghi anni ebbero Meucci, losfortunato fiorentino inventore del telefono, nonche' generoso amico di Garibaldi, del quale (Meucci) vi consiglio di leggere una biografia perche' quanto a jella credo che lui li batta tutti.

ps sono stato a casa sua!

Gi

alla prossima
fate l'amore non fate la guerra